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Dolore al Gomito e “Gomito del Tennista”, Cause e Cure

Cosa significa soffrire del “Gomito del tennista”?

Quando parliamo del “Gomito del tennista” intendiamo un dolore localizzato a livello della porzione laterale del gomito,

in prossimità della piccola sporgenza ossea che si riesce a palpare al tatto.

Il dolore, con il tempo, può spostarsi un po’ più in basso, a livello dell’avambraccio, fino a raggiungere il dorso della mano e, anche se inizialmente tollerabile e spesso trascurato,  se non valutato e trattato adeguatamente può portare a debolezza nella prensione, nella chiusura del pugno e nel sollevamento di oggetti, anche leggeri, in particolare con il gomito esteso (dritto!), limitando notevolmente le attività quotidiane.

 

Come si scatena il problema e perché il riferimento al tennis? 

È probabile che non tutti coloro che soffrono di questo disturbo giochino a tennis, anzi, magari non hanno mai visto una partita in tv e non sanno neppure chi siano Nadal, Federer e Fognini. 

Il fatto è che il tennis c’entra, ma non sempre.

Una delle fasce maggiormente coinvolte nell’insorgenza del dolore si trova proprio in prossimità di quella piccola sporgenza ossea dolente; si tratta di 2 piccoli muscoli (l’estensore radiale breve del carpo e l’estensore comune delle dita) che hanno origine in quell’area.

Può succedere che questi muscoli si indeboliscano e vadano incontro a processi di infiammazione (quanto meno all’inizio!) che con il passare dei giorni possono scatenare una serie di problemi legati non solo al gomito, ma all’intero arto superiore e al tratto cervicale.

Il riferimento al tennis è proprio in relazione a questo, in quanto alcuni fattori (l’età, il tempo di gioco e il livello di abilità del giocatore) possono essere alla base dell’iniziale sofferenza di quei particolari muscoli. 

Tuttavia, come accennato, non solo chi pratica questo sport può soffrire di tale disagio e oggi lo si definisce più propriamente come Tendinopatia laterale del gomito.   

 

Chi ne soffre maggiormente? 

Al di là della correlazione con il tennis, questo disturbo può manifestarsi con la stessa frequenza sia nelle donne che negli uomini, con una lieve predominanza delle prime; il picco d’insorgenza è compreso tra i 45 e i 54 anni.

Inoltre coloro che svolgono attività lavorative con movimenti continui del polso e/o del gomito, con sollevamento di carichi (non necessariamente pesanti!) o con posture mantenute nel tempo con le braccia davanti al corpo o svolgano attività nelle quali sono sottoposti a vibrazioni costanti, sono maggiormente a rischio di incorrere in questa problematica. 

 

Fisioterapia e Gomito del tennista (o meglio tendinopatia laterale di gomito!)

Nel caso compaia un dolore di questo tipo, è sempre consigliato rivolgersi ad un esperto della cura di tale problema.

La fisioterapia può essere un valido aiuto, ma occorre essere tempestivi! 

Infatti, una delle possibili cause per cui il trattamento può risultare inefficace è proprio la durata del dolore, così come la presenza di altri disturbi associati, quali dolenzia alla spalla e/o al collo che potrebbero esserne direttamente correlati.

Sottovalutare il problema o continuare a ignorarlo non sempre porta a miglioramento, anzi…  Un trattamento immediato può avere risultati notevoli anche nel breve periodo.


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Come possiamo AIUTARTI con il tuo problema?

Sono diversi gli interventi che il fisioterapista specializzato nella cura di tale sindrome può adottare e questi vengono individuati secondo le condizioni specifiche del paziente.

L’obiettivo primario sarà focalizzato a ridurre il sintomo, successivamente ci si concentrerà sul ripristino della funzionalità della muscolatura coinvolta e nel recupero dell’articolarità, qualora fosse limitata. 

Inoltre, non bisogna tralasciare eventuali disagi localizzati in altri distretti anatomici perché potrebbero rappresentare uno tra i fattori che contribuiscono a mantenere il dolore al gomito.

 

Il fisioterapista specializzato si avvale di:

  • Specifiche tecniche di terapia manuale, utili per ridurre il dolore nel breve periodo e migliorare l’eventuale riduzione del movimento del gomito e/o dell’intero arto superiore. 
  • Esercizi terapeutici specifici, correlati alla terapia manuale, hanno il compito di incrementare ulteriormente l’effetto terapeutico; il paziente svolgerà tali esercizi sia sotto la guida attenta del professionista sia a domicilio in autonomia, in modo tale che possa svolgere le sue attività quotidiane in completa sicurezza e tranquillità.
  • Massaggi decontratturanti e tecniche miofasciali, con lo scopo di ristabilire la corretta funzionalità dei muscoli e dei tendini coinvolti, evitando che questi possano ulteriormente indebolirsi. Il trattamento massoterapico sarà rivolto a ridurre eventuali contratture e punti di tensione che, molto probabilmente, potrebbero essersi sviluppati sia sull’arto sia a livello del collo.

A seconda dei casi, il fisioterapista può utilizzare anche del Tape (o cerotto non medicato), con lo scopo di migliorare nell’immediato la condizione del paziente perché possa tornare a compiere le sue attività quotidiane. 

 

Quindi cosa fare se soffriamo del Gomito del tennista?

1- Dobbiamo preoccuparci?  Solitamente no, ma è sempre consigliabile chiedere un consulto ad un professionista (medico o fisioterapista specializzato), evitando che il dolore e la disabilità possano intensificarsi con il tempo.

2- Possiamo in autonomia fare subito qualcosa?  In alcuni casi sì, soprattutto se il disturbo si è sviluppato da poco. Un consiglio è cercare nei limiti del possibile di non affaticare troppo il braccio dolente, magari alternando le attività con l’altro braccio. 

L’automassaggio  alla parte dell’avambraccio indolenzito (solitamente l’area in cui fa più male si trova a pochi centimetri dal gomito in direzione del polso) può dare un minimo di sollievo, seppure limitato nel tempo.

Un altro piccolo suggerimento, nell’attesa di una valutazione specifica, è provare a stringersi dolcemente (senza farsi male!) l’avambraccio, (sempre in quell’area in cui ci si può automassaggiare!) e verificare se in questo modo il dolore si attenua; in caso positivo, potrebbe risultare un valido aiuto procurarsi un’ortesi (o tutore ortopedico) da indossare la notte, soprattutto se il disturbo è molto intenso e invalidante.

 


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